
Sarahah, che in arabo significa onestà, è stata l’applicazione dell’estate. Permette di scrivere ciò che si pensa di qualcuno in maniera completamente anonima e nonostante i possibili rischi che si celano dietro un atto simile, ad iniziare dal cyberbullismo, ha riscosso un grandissimo successo. Il suo ideatore, il saudita saudita Zain al-Abidin Tawfiq, ha dichiarato di averla pensata per nobili fini come rivela a mashable “There are barriers like age, sometimes it’s the position, you can’t go to someone who is a grandfather and tell them everything you think about them. Breaking these barriers, that’s what everybody wanted“. Quindi l’app è stata fatta per abbattere le barriere che ti impediscono di dire ciò che pensi su un argomento.
Ci possiamo fidare di Sarahah?
Tutto bellissimo fino a due giorni fa quando l’analista Zachary Julian di Bishop Fox ha scoperto che Sarahah prende i contatti, numeri di telefono e mail, per mandarli ad un server. Senza nessuna ragione apparente e senza che l’utente sappia nulla. Il tutto è ben spiegato dalla prima testata che ha riportato la notizia, il The Intercept.
Il fondatore dell’applicazione ha subito replicato su twitter che <Sarahah App asked for contacts for a planned “find your friends” feature>. Quindi l’app invia i contatti per una futura funzione “trova i tuoi amici”, della quale però attualmente non c’è traccia.
Cosa sarà fatto dei dati raccolti fino ad oggi da Sarahah non è dato saperlo. Il fondatore ha però garantito che dal prossimo aggiornamento sarà eliminata questa funzione e che i dati non sono stati salvati da nessuna parte e che quindi anche se inviati chissà dove non sono reperibili da nessuno.
Noi vogliamo credere a Zain e quindi speriamo che i nostri contatti della rubrica non saremo chiamati dai call center che ci offrono fantastiche offerte per il trading online né che riceveremo mail di meravigliose vincite.
